Esemplare di Porcellio Scaber Adulto.
Classificazione Scientifica.
Gli Isopodi, Pierre André Latreille entomologo e aracnologo Francese li scoprì nel 1817 sono un ordine di crostacei della classe dei malacostraca, superordine peracaridi. Comprendono non meno di 10.000 specie, sia terrestri che marine, diffuse in tutti i continenti.
Gli isopodi hanno usualmente il corpo schiacciato in senso dorso-ventrale più largo che alto, non hanno carapace, le sette paia di zampe sono tutte uguali.
Il capo cephalon, che include anche il primo segmento del torace, ha due paia di antenne, ma in molte specie, particolarmente in quelle specie terrestri, solo un paio è funzionale, l'altro è ridotto e vestigiale. Gli occhi sono composti e sessili, non peduncolati. L'apparato boccale comprende un paio di mandibole e tre paia di mascelle compresi i maxillipiedi.
Il torace pereion comprende sette segmenti liberi uno è invece incluso nel capo, a cui corrispondono le sette paia di zampe. Solo in poche specie il primo paio di zampe è modificato, normalmente sono tutte uguali.
L'addome pleion porta una serie di appendici biforcute, che funzionano, nelle specie acquatiche, da branchie e propulsori per il nuoto. Gli ultimi segmenti dell'addome
sono spesso fusi con la coda telson.
Come in tutti gli artropodi, il corpo è protetto da un esoscheletro chitinoso, che negli isopodi dorsalmente ha l'aspetto di una successione di sottili piastre articolate.
Le dimensioni degli adulti variano da meno di 1 mm (diversi Microcerberidi) fino a quasi mezzo metro (Bathynomus giganteus dell'Oceano Pacifico).
Il colore più comune è grigio o bruno di varie tonalità, ma esistono isopodi verdi, rossi, bianchi, multicolori.
Ecologia.
Quest'ordine è peculiare tra i crostacei per aver conquistato gli ambienti terrestri. Gli isopodi terrestri vivono in ambienti umidi e hanno la capacità di potersi avvolgere su se stessi se disturbati.
Circa 4500 specie sono rimaste marine e abitano i fondali, sia costieri che profondi (compresi gli ambienti intertidali). Gli isopodi hanno colonizzato anche le acque dolci (laghi, fiumi), comprese le acque sotterranee (grotte e altro).
Alcuni isopodi sono ectoparassiti di pesci (p.es. Cymothoa exigua) o di altri crostacei (p.es. la famiglia dei Bopiridi).
Esemplare di Porcellio Laevis di pochi giorni.
Le abitudini alimentari degli isopodi sono molto varie, secondo le specie: erbivori, detritivori, carnivori, filtratori, parassiti. Esistono anche isopodi xilofagi, che scavano gallerie nel legno o nelle erbe sommerse, in particolare la famiglia dei Limnoriidi.
Come gli altri membri del superordine Peracaridi, le femmine degli isopodi rilasciano le uova in una tasca ventrale paragonabile a un marsupio (e detta appunto marsupium), nella quale esse sono mantenute in incubazione fino alla schiusa. Le larve hanno già aspetto simile agli adulti, differendone principalmente per il numero di segmenti toracici.
Tassonomia.
L'ordine degli Isopodi è diviso nei seguenti sottordini:
Sottordine Phreatoicidea Stebbing, 1893
Sottordine Anthuridea Monod, 1922
Sottordine Microcerberidea Lang, 1961
Sottordine Cymothoidea Wägele, 1989
Sottordine Sphaeromatidea Wägele, 1989
Sottordine Asellota Latreille, 1802
Sottordine Calabozoidea Van Lieshout, 1983
Sottordine Valvifera Sars, 1882
Sottordine Epicaridea Latreille, 1831
Sottordine Oniscidea Latreille, 1802
Infraordine Tylomorpha Vandel, 1943
Infraordine Ligiamorpha Vandel, 1943
Il vecchio sottordine Flabellifera (Sars, 1882) è generalmente considerato invalido e le specie a esso assegnate sono ripartite tra Cymothoida e Sphaeromatidea.
Il sottordine che andremo a trattare in questo articolo è quello degli Oniscidea comunemente detti Oniscidi.
Questi sono essere viventi alla base di ogni sistema bioattivo o ecosistema, il loro scopo e lavoro è quello di pulire, divorare e convertire ogni carcassa, escrezione, muffa in sostanza nutritiva per il terreno e le piante.
Esemplare Adulto di Trichorhina Tomentosa.
Gli Oniscidi necessitano di un ambiente umido per sopravvivere, poiché la respirazione avviene attraverso branchie chiamate pseudotrachea. Per questo motivo, spesso si trovano sotto le pietre o i tronchi degli alberi. Solitamente sono animali notturni e detritivori. Si nutrono di materia organica morta. Questi organismi riciclano quindi le sostanze nutritive reimmettendole nel terreno. Negli ambienti artificiali molto umidi, come le serre, questi crostacei possono diventare numerosi e danneggiare le giovani piante.
Gli Oniscidi hanno un duro esoscheletro che viene progressivamente mutato durante la crescita. La muta avviene in due fasi: la metà posteriore è sostituita per prima, seguita, due o tre giorni più tardi, dalla metà anteriore. Questo metodo di muta è differente da quello della maggior parte degli artropodi, che cambiano la loro cuticola in un unico processo.
La femmina di questi Isopodi tiene le uova fecondate in un marsupio situato nella parte inferiore del corpo, fino a che non si schiudono in piccole larve bianche. La madre quindi sembra "dare alla luce" la prole.
Alcune specie di Oniscidea sono in grado di appallottolarsi su se stessi quando sono minacciati dai predatori, lasciando esposto solo il duro esoscheletro.
Il tasso metabolico degli Oniscidi dipende dalla temperatura esterna. A differenza di uccelli e mammiferi, infatti, gli invertebrati non sono animali a sangue caldo: la temperatura ambientale influenza quindi il loro tasso di respirazione. Non sono generalmente considerati come animali dannosi, in quanto non trasmettono malattie e non distruggono il legno o gli edifici, ma la loro presenza può indicare problemi di umidità.
Gli Oniscidea sono predati da molti insettivori, ma i soli animali che si nutrono esclusivamente di Oniscidea sono i ragni del genere Dysdera, come il Dysdera crocata.
La tassonomia dei questa creatura è abbastanza variegata e diversificata, però prenderemo in analisi solo alcune di loro, analizzeremo quello più conosciute, allevate ed utilizzate per i terrari e paludari.
Ovvero i Porcellio Laevis e Scaber e i Trichorhina Tomentosa.
Trichorhina tomentosa è un isopode terrestre (onisco), fa parte della Classe dei Crostacei, di piccole dimensioni, 2-3 mm, ed ha un colore tendente al bianco.
Questo crostaceo è originario della fascia tropicale del Sud America, ma è ormai ampiamente diffuso anche altrove: Europa, in Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Inghilterra, Olanda e Polonia. A lungo si è ritenuto che questa specie si riproducesse solo per partenogenesi. Invero essa è la forma di riproduzione maggioritaria, ma recentemente sono stati trovati in natura degli esemplari maschi.
Questi Porcellini di terra tropicali, sono utilissimi all’ecologia del loro ecosistema come anche i nostrani infatti, appartengono alla categoria ecologica dei “decompositori” , senza questa categoria, un ecosistema collasserebbe, non potrebbe sussistere il passaggio di energia e la sua trasformazione in differenti forme. Ecco uno schema.
Come notiamo, senza la categoria dei decompositori, la materia “scartata” dai consumatori (tipo noi), non potrebbe ritornare in circolo nel sistema sottoforma di minerali, e macromolecole organiche i produttori (piante e cianobatteri) quindi non avrebbero le materie prime per la costruzione di loro stesse, senza crescita vegetazionale, niente produzione di O2 (ossigeno); atmosfera carica di CO2 (anidride carbonica) tutti gli esseri viventi morirebbero. In pratica è l’unico “anello” che compie il compito di mineralizzare la sostanza organica. I decompositori sono un anello fondamentale degli ecosistemi, poichè permettono alle “scorie” di ridiventare roba utile subito utilizzabile quindi il loro compito non è quello di semplici spazzini ma è molto di più.
Ecco, questo è solo un esempio di quello che questo onisco è in grado di svolgere.
Essendo un isopode tropicale predilige ambienti umidi con temperature non inferiori ai 20° e non superiori ai 30°.
Viene utilizzato come spazzino per rimuovere residui di cibo, rifiuti organici e muffe negli allevamenti di artropodi (o altri animali) con substrato umido. Alcuni allevatori stranieri di fasmidi lo utilizzano per evitare la formazione di muffe all’interno delle incubatrici, anche se pare possa talvolta divorare del tutto o in parte l’operculum. Viene inoltre utilizzato dagli allevatori di Dendrobatidae come cibo vivo per questi piccoli, esigentissimi anfibi.
Questo piccolo artropode, limita considerevolmente il proliferare di muffe ed acari nei substrati ad elevata umidità, svolgendo un’attività realmente utile ed efficace nei terrari che richiedono tali substrati.
Sono organismi spazzini, infatti vengono molto utilizzati nei terrari biotopi con substrato umido, infatti questi piccoli onischi si cibano di feci, frutta marcia o in decomposizione, muffe. Gradiscono molto inoltre mangimi secchi usati in acquariofilia o comunque anche scarti secchi di alimenti.
Allevamento.
E’ un ottimo sistema di pulizia e ecosistema naturale per tutti i terrari tropicali umidi infatti, proprio per la sua azione di spazzino quindi onnivoro, è in grado di ingurgitare e digerire qualsiasi residuo organico scartato dagli animali preseti in terrario, perfino gli escrementi, i resti di pasti, legno, foglie morte, terra, altri individui morti, e muffe così facendo non solo ti elimina senza problema le muffe che altrimenti, tenderebbero a crearsi, ma fungendo da competitori alimentari agli acari, ne evitano la loro proliferazione. Inoltre, cosa che svolgono anche in natura, rendono il terreno ben areato, con il loro scavare da talpe, costruiscono svariati mini cunicoli nella torba umida, infatti è li che abitano, avendo branchie e non polmoni, devono aver intorno un buon gradiente di umidità. I loro escrementi sono paragonabili praticamente al miglior humus in commercio!!
Insomma, un esserino piccino utilissimo all’ambiente e ai nostri terrari umidi.
Allestimento fauna-box.
Nonostante sia possibile allevare direttamente questi crostacei nei terrari delle specie con substrato umido, il mio consiglio è di dedicare ad essi un intero fauna-box per averne sempre a disposizione cosi da avere anche la possibilità di studiare il loro lavoro e la loro utilità nell'intero ecosistema naturale.
Un semplice contenitore in plastica andrà riempito di torba umida come torba di sfagno o terriccio universale per circa 10/15 cm, posizionate delle cortecce che loro apprezzano molto e cospargere il suolo di foglie secche.
introdurre qualche pezzo di frutta secca o andata a male ed infine introdurre i piccoli onischi nel contenitore e alle giuste temperature. In poco tempo si avrà una colonia attiva e funzionale, essendo estremamente veloci nel riprodursi e assai prolifici.
Dal contenitore di allevamento si preleveranno poi gli esemplari da inserire nei vari terrari.
Esemplare di Porcellio Laevis giovane.
Umidità e temperatura.
L’umidità dev’essere elevata, e anche il substrato deve essere ben umido, seppur non fradicio. Le nebulizzazioni devono quindi essere frequenti e abbondanti, ma nei limiti di quanto detto.
Per quanto riguarda la temperatura, ho osservato che si riproducono velocemente mantenendola attorno ai 25°C.
Per mantenere costante umidità e temperatura, molto importante apportare un foro nel coperchio in un lato per consentire il ricircolo di aria e non troppo grande da dissipare il calore che i microrganismi creano. In questo modo, oltre a mantenere più a lungo l’umidità, il calore sviluppato dai microrganismi presenti nel substrato si disperde molto meno di quanto accadrebbe con il fauna-box aperto. In questo modo anche se in casa vi sono temperature (ad esempio attorno ai 20°C) più basse di quelle ottime, all’interno del faunabox sarà comunque più alta. Non sono quindi necessari, se allevati in casa ad una temperatura media attorno ai 20°C, tappetini riscaldanti o simili.
Alimentazione.
Anche l’alimentazione non è per nulla problematica, possono essere inseriti nel terrario avanzi di frutta o verdura. Io ho notato però che apprezzano moltissimo le foglie secche di quercia, che consumano assai velocemente, ne miscelo quindi sempre abbondanti quantità al substrato, ed integro talvolta con scarti di cetriolo (molto apprezzati). In base a ciò di cui disponete fate degli esperimenti e noterete cosa viene maggiormente gradito.
Fiocchi o scaglie come mangime per pesci è utile per studiare la pulizia delle muffe di queste piccole creature, infatti introducendo una misera quantità anche solo in un angolo nel corso del tempo potremo notare come si formeranno delle muffe bianche che poi loro provvederanno ad eliminare.
Anche grilli, blatte e tutti gli insetti morti sono un enorme fonte di cibo e di calcio.
Esemplare di Trichorhina Tomentosa giovane.
Porcellio.
Gli isopodi sono dei graziosissimi invertebrati, che stanno attualmente spopolando come “pet” negli Stati Uniti, e non solo.
Come dicevo è molto divertente e istruttivo l'allevamento imparare a capire il loro funzionamento e la loro esistenza fondamentale nel mondo naturale ci potrebbe aprire orizzonti e conoscenze che davamo per scontato o che non conoscevamo.
La mia ferma convinzione è che in Europa la popolarità degli isopodi sia destinata a crescere ulteriormente, complici la varietà di colori e dimensioni disponibili, oltre al già citato fattore estetico che li rende più graditi a molti rispetto ad altri “plurizampe” e alla semplicità di allevamento.
Passando ad una descrizione più squisitamente tecnica, gli isopodi sono un ordine di crostacei per lo più detritivori presenti sia in ambienti acquatici che in ambienti terrestri. Nonostante appunto moltissimi isopodi siano saprofagi, ve ne sono anche alcuni che occasionalmente predano attivamente (notevole la specie Bathynomus giganteus), o che hanno abitudini parassitiche (come Cymothoa exigua)
Le specie trattate in questo articolo appartengono tutte a generi del sottordine Oniscidea, il quale comprende solo isopodi terresti o semi acquatici, generalmente chiamati Onischi.
Gli isopodi del genere Porcellio sono tipicamente abbastanza grossi con specie che arrivano tranquillamente ai 2cm di lunghezza, e voraci. Nemmeno loro sono capaci di appallottolarsi, ragion per cui se spaventati per esempio da un bagliore di luce improvviso tendono a scappare molto rapidamente.
I Porcellio mostrano uno spiccato gusto per le proteine animali e consumano con avidità tutti i cibi che ne contengono. Per questo motivo le specie più grandi vengono sconsigliate come pulitori e colonie spazzine nei terrari. Non solo infatti sono prede appetibili per diversi animali ma, secondo alcuni, lo scenario potrebbe anche invertirsi, portando ad avere isopodi che “assaggiano” gli ospiti del terrario stesso.
Questo nel cosa in qui il terrario che li ospita sia troppo piccolo o per mancanza di cibo.
Come animali da allevare da soli, invece, danno molte soddisfazioni: sono attivi, hanno livree particolari e sono spesso visibili. Quasi tutte le specie gradiscono un'umidità discreta. Fanno eccezione i molto diffusi Porcellionides pruinosus, che tollerano anche un'umidità relativamente bassa. La ventilazione, oltre che laterale, può essere fornita da qualche foro sul coperchio, ma non è necessario che sia particolarmente intensa.
Cosi anche da garantire un umidità costante e bilanciata all'interno del box di allevamento.
La velocità di riproduzione, dopo un primo periodo di assestamento, è notevole. Frequente è una vera e propria “esplosione” della colonia in termini numerici. Per questo motivo consiglio di iniziare ad allevare anche pochi esemplari già in contenitori sopra i 10 lt, almeno per quanto riguarda le specie più grosse.
Esemplare di Porcellio Scaber giovane.
Stabulazione.
I parametri di stabulazione generali sono molto simili per quasi tutti gli isopodi più comuni in commercio, con piccole modifiche che variano da specie a specie.
I materiali necessari sono:
Un contenitore in plastica con relativo coperchio come box giochi, o per contenere oggetti, ne consiglio uno di almeno 15L per allevare esemplari di Porcellio.
Al coperchio andrà fatto un foto di circa 5 cm di diametro e bloccato da una rete stile zanzariera in metallo.
Anche ad un lato del box andrà fatta la medesima cosa tenendo presente il sub-strato che andremo a mettere consiglio di forare a circa 15/20 cm dalla base del box.
Un substrato composto da un mix di terriccio (rigorosamente biologico e non fertilizzato), legno in decomposizione, foglie secche, fibra di cocco e corteccia.
Possono essere aggiunti anche piccole quantità di carbone spezzettato, questo darà cibo e nutrimenti ai nostri esserini.
Pezzi di sughero possibilmente concavi, sotto cui gli animali possano nascondersi.
Muschio naturale o muschio di sfagno serviranno per mantenere un livello di umidità perfetto nel box.
Sul fondo andrà deposto il substrato, con uno spessore di circa 5-10 cm, variabile in base alle dimensioni dei singoli esemplari e della colonia: come regola generale, tutti gli isopodi presenti dovrebbero avere la possibilità di interrarsi se lo desiderano. I pezzi di sughero andranno deposti sul substrato, insieme a foglie secche sbriciolate, e a pezzi di legno e corteccia. Le più gradite sono senza dubbio quelle di quercia ma, purché non provenienti da piante aromatiche o tossiche, si possono utilizzare anche altre varietà come ad esempio foglie di magnolia o gelso.
È cruciale anche sbriciolare sul substrato una qualche fonte di calcio, necessario agli isopodi per sviluppare i loro esoscheletri: andranno bene osso di seppia o gusci di uova.
Su un lato del contenitore andrà ammassata una discreta quantità di muschio, che sarà inumidita con uno spruzzino ogni 3-4 giorni (o comunque quando si sarà asciugato), insieme all' area circostante. Il resto andrà invece lasciato secco. Permettere agli isopodi di spostarsi lungo un gradiente di umidità è infatti fondamentale per il loro benessere. Il rapporto fra superficie umida e superficie secca varierà da specie a specie. Alcuni consigliano di spruzzare sulle pareti del contenitore più che direttamente sul muschio, per evitare di disturbare eventuali esemplari che si trovino lì per riposare o bere.
Essendo animali adattati a trascorrere la vita al buio, nascosti sotto pietre, tronchi e foglie, non necessitano di alcun tipo di illuminazione.
Le temperature non dovrebbero mai essere troppo basse, generalmente quelle domestiche andranno bene, ma in caso di freddo particolarmente intenso può essere bene riscaldarli con un tappetino opportunamente termostatato. In ogni caso la riproduzione è più rapida a temperature più elevate, idealmente attorno ai 25 °C. Anche picchi di temperature troppo elevate possono essere fatali, per cui, come quasi tutti gli animali, in estate vanno monitorati, e tenuti in zone fresche della casa. Non vanno mai esposti al sole diretto.
Infine, consiglio di far coabitare ogni specie di isopodi con dei collemboli tropicali, che aiuteranno notevolmente a tenere sotto controllo miceti di vario tipo (funghi e muffe).
Box naturalistico per Porcellio Laevis, realizzato il 17-09-2020
Alimentazione.
L'alimentazione è discretamente semplice. Oltre alla già citata fonte di calcio potranno essere fornite verdure fresche di vario tipo e cibi in fiocchi o pellet per pesci. Graditi anche piccoli pezzi di pesce fresco o essiccato non salato, come ulteriore fonte di proteine. La frutta generalmente non è apprezzatissima, mentre molto apprezzato è il polline.
Tutti questi cibi rappresentano integrazioni, il costituente principale della dieta sono sempre foglie secche e legno in decomposizione. Per dovere di cronaca, aggiungo che esistono dei preparati alimentari specifici per questi animali, come il “Bug Burger” o il “Morning Wood” della Repashy che provvederò al più presto di reperire e mettere in vendita sul mio sito internet.
Per bere faranno tappa nel muschio, che per questo motivo dovrà essere sempre mantenuto ben umido. Nessuna specie va alimentata quotidianamente, il cibo supplementare va fornito in quantità contenute ogni 3-4 giorni, e rimosso non appena dovesse svilupparsi della muffa.
Come avete potuto leggere questi esserini sono molto semplici da allevare e riprodurre e sono molto interessati da studiare. Tendo appunto in considerazione il fattore che sono essenziali nell'ecosistema naturale per la loro capacità di trasformare le proteine in nutrimento per tutti gli esseri viventi ci porta a pensare se non sia dovuto utilizzarli anche noi nostri terrari e per i nostri rettili.
E qui parte la seconda parte di questo articolo, ovvero come, dove e se essenziale utilizzarli in terrario.
Trichorhina Tomenatosa
Essendo un isopodo molto piccolo e non invadente o pericoloso sia per i rettili che per le uova lo consiglio per tutti i terrari che a loro volta ospitano esseri viventi di dimensioni massimo 25-30 cm come Correlophus Ciliatus, Phelsuma Madagascariensis e rane e molto altri.
Questo perchè, dobbiamo anche capire che all'interno di un terrario lo spazio è molto limitato a confronto della natura e ricreare un ambiente ideale idoneo e prolifico per entrambi gli esseri viventi che ospiterà, cioè rettile e onichi non è semplice ma non impossibile.
Cè comunque da tenere in considerazione che ci vorrà del tempo perchè la squadra pulizie entri in azione e faccia il suo lavoro e non è detto che riesca a pulire ogni singola deiezione del nostro rettile.
Per esempio sulle foglie o sui tronchi o sulle decorazioni.
Alle persone che mi chiedono se introdurre questo genere di creature comporta la totale non pulizia del terrario rispondo sempre NO, avremmo comunque sempre da intervenire in prima persona per la pulizia del terrario.
Invece per quanto riguarda i paludari o terrari delle rane la cosa cambia di molto, li si viene a creare un vero e proprio ambiente naturale autonomo.
Il processo di bio-attivo in questo caso è completo.
La rana si nutre di insetti e di onischi e a sua volta espelle gli scarti e gli onischi si nutrono di questi, mantengono la flora pulita e la nutrono con i propri scarti.
Un ambiente autonomo, si ricrea il ciclo vitale e naturale in un cubo di vetro.
Questo è possibile anche al fatto che le rane non sono esseri di grandi dimensioni e che il loro ambiente permette che le feci possano restare all'interno del terrario senza essere subito rimosse o eliminate.
Per rane tengo a specificare, dendobaters, hylea, bombina, milkfrog, clown, auratus, tutte rane che non superano i 10 cm e con un ritmo di alimentazione abbastanza lento.
Invece se lasciassimo troppe feci all'interno di un terrario che ospita per esempio un geco si andrebbe incontro ad un ambiente con una batteriosi molto alta e con il rischio che il geco abbia problemi di salute.
Fermo restando che i Trichorhina sono gli onischi ideali per i neofiti e per la maggior parte dei terrari di casa.
Porcellio.
Per questa tipologia di onischi non ho ancora trovato un utilizzo perfetto se no quella sui terrari dei boidi e serpenti. Ottimi detrivori e di dimensioni modeste sono forse gli unici in grado di consumare e trasformare ingenti quantità di scarti.
Sono anche degli ottimi dottori in merito, visto che rimuovono anche parassiti e acari della pelle direttamente dall'ospite una sorta di infermiere, tengono pulite anche eventuali ferite accidentali.
Sono in grado di consumare un intera muta di un serpete adulto in pochi giorni, smuovono e mantengono morbido il substrato e facilitano l'interramento se necessario del nostro serpente.
Scorie, spore e muffe vengono eliminate in pochissimo tempo. Se posizioniamo all'interno del terrario piante vere queste cresceranno rigogliose grazie al lavoro di questi fantastici insetti.
Un unico dubbio me lo stò portando dietro dall'inizio dei miei test ed è il fattore stress per l'animale, in primis gli animali nati in cattività non sono sempre a proprio agio con dei piccoli esserini che gli girano attorno, visto che i serpenti come i pitoni tendono a restare nascosti nel suolo durante il periodo della muta o per cacciare.
Non ho notato un aumento di aggressività sia nei miei confronti che nei confronti di questi esseri, solo nelle prime settimane dall'introduzione ho notato che il pitone tendeva a restare molto tempo appeso ai tronchi lontano dal suolo e scendeva solo per bere e alimentarsi.
Teniamo e ho tenuto in conto anche che sia il suo comportamento normale, non mi aspettavo di certo che se ne stesse tutto il tempo rintanato in un sughero.
Forse solo un mio sentore e per questo approfondirò il fattore.
Per i porcellio all'intero di altri terrari sono ottimi spazzini e insetti utili alla pulizia del terrario, testati su camaleonti, phelsuma, tiliqua indonesiana, e ciliatus.
E per quest'ultimo vi metto in guardia, se siete propensi ad una riproduzione nel medesimo terrario state ben attenti durante la deposizione delle uova, perchè potrebbe anche succedere che i porcellio vi mangino o danneggino le uova appena deposte.
Esemplari di Porcellio Laevis adulti.
Cè sempre da tenere in considerazione che un terrario cosi chiamato BIO-ATTIVO ha bisogno di una profonda conoscenza sia del rettile che ospita ma anche dell'insetto che adiamo ad introdurre e di conseguenza deve essere allestito, il sub-strato ne è l'apice, un livello di umidità e temperatura contornano il tutto. Una tipologia di terrario che non consiglio ai neofiti ma consiglio l'allevamento di onischi appunto per scopo didattico e di apprendimento, solo loro sanno quanti box ho realizzato, smontato e rifatto prima di trovare il giusto equilibrio ed avere le giuste conoscenze in questo campo che ancora tutt'ora non sono finite, non si smette mai di imparare, soprattutto con il confronto.
In questo articolo abbiamo parlato solo di onischi "umidi" e non desertici un ambiente bio-attivo per terrari desertici è quasi impossibile, lo stò studiando da lontano, ovvero tramite ricerche di altri erpetologi e con articoli e ricerche.
Per il momento mi sento di dire NO al bio-attivo per i terrari desertici.
Attenzione queste sono solo MIE deduzioni e pensieri, che quasi sicuramente saranno diverse da altri. Il mio è uno studio in corso, una tipologia di terrario cosi profonda e dettagliata non si può concludere dopo 1/2 anni di analisi e studi ma và ampliata e testata per tanto tempo prima di dare risultati e dettagli certi.
Stò anche scrivendo un articolo su come allestire un terrario naturalistico con piante finte il medesimo terrario con piante vere e entrambi resi bio-attivi ci tengo a precisare sempre che la parola BIO-ATTIVO non è sinonimo di NON PULIRE o NON FARE NINTE per la pulizia.
Si intende invece in questo contesto il fattore di trasformazione delle proteine e degli scarti, residui e micosi che un rettile o l'ambiente può creare in una fonte nutritiva per piante e vegetali mediate un organismo attivo, vivo, appunto come gli onischi.
Quindi introdurre questa tipologia di esseri viventi in un terrario lo rende bioattivo?
SI. SI. SI.
Per questo vi invito a seguirmi su instagram dove aggiorno in caso di cambiamenti e vi tengo aggiornati con le live.
Questo articolo verrà aggiornato ogni qualvolta ritterò di avere dei dettagli significativi da dire.
Esemplare di Porcellio Laevis adulto.
I nostri social.
Instagram: @bassigarden
YouTube: Bassi Garden
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