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Immagine del redattoreBassi Garden

LE "EMOZIONI" NEI RETTILI

Aggiornamento: 6 apr 2022





Premessa tengo a precisare che non intendo assolutamente giustificare/approvare comportamenti poco rispettosi nei confronti dei rettili. Secondo il mio modo di vedere la vita va rispettata a prescindere, indipendentemente dalla “classe” di appartenenza o dal “rango” che le si attribuisce.

Detto ciò va comunque evidenziato come le capacità cognitive dei rettili (almeno in base allo stato attuale di conoscenza) siano un gradino sotto rispetto a quelle dei mammiferi e degli uccelli. Ad esempio emozioni quali piacere, paura e rabbia non possono essere provate dai rettili. Tutto ciò per un “semplice” motivo, non hanno le strutture del cervello deputate ad elaborarle.

In base ad un’anatomia cerebrale di massima, il cervello tipo può essere diviso in tre macro sistemi: 1) tronco encefalico: deputato alle funzione vitali, come il controllo del sistema cardio-respiratorio, la digestione, i movimenti posturali, la circolazione del sangue, ecc. Esso risponde principalmente agli stimoli ambientali con uno scopo fondamentale, la sopravvivenza (fuggire, attaccare, nutrirsi, riprodursi); 2) sistema limbico: deputato alla regolazione ed interazione chimica/endocrina che sta all’origine delle emozioni (rabbia, desiderio, tristezza, felicità, affettività, ecc.). 3) neocorteccia: è la parte del cervello più evoluta (detta anche cervello pensante), le capacità logiche/razionali di apprendere, memorizzare, ragionare, pensare e preventivare risiedono tutte in esso (ovviamente l’uomo è il mammifero dove tale struttura è maggiormente sviluppata)*.

Il cervello dei rettili manca totalmente del sistema limbico e della neocorteccia, pertanto non è in grado di svolgere tutte le funzioni deputate a tali sistemi (come le emozioni). Probabilmente con un esempio il concetto sarà ancora più chiaro. Se si accarezza un’iguana o un serpente, questo, differentemente da un mammifero o da un uccello, non può trarre piacere dall’interazione amichevole. Nonostante tutte le attenzioni ed accortezze utilizzabili la carezza potrà essere interpretata solo in tre modi: – tentativo di aggressione conspecifica (predominio sul territorio o prelazione riproduttiva); – tentativo di predazione; – tentativo di approccio sessuale.

Le possibili risposte saranno essenzialmente tre, attaccare per difendersi, fuggire e non reagire. Attenzione, la “non reazione” non va interpretata come una comprensione del gesto amichevole, ma come un meccanismo di “difesa”, l’animale si finge inerte/morto per non provocare il

potenziale aggressore.

* La neocorteccia è una struttura esclusiva dei mammiferi (presente in particolar modo nei primati e nei cetacei), tuttavia recenti studi hanno evidenziato che gli uccelli, sebbene non posseggano una neocorteccia propriamente detta, hanno una struttura cerebrale omologa, ma con differente “architettura”. Tale struttura, tra l’altro, ha una quantità di neuroni maggiore a parità di volume, circa il doppio!

La conformazione del cervello degli anfibi e dei pesci è piuttosto simile a quella dei rettili, pertanto anche nel loro caso il sistema limbico e la neocorteccia non sono presenti.




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